Una storia di rinascita e di riscatto
Questa è una storia di rinascita e di riscatto. Una di quelle storie che non si raccontano mai ma che fanno bene. La pandemia ha scavato dei solchi profondi nella vita degli uomini. Il mondo produttivo del nostro Paese è stato scosso come da un terremoto e in tanti si sono trovati da soli ad affrontare una crisi che ha messo in discussione e spesso ha dissolto anni di fatiche e di impegno. In tanti hanno rinunciato a combattere di fronte all’impossibilità di risollevare le sorti della propria attività. Qualcuno invece non si è mai arreso ed è stato capace di far nascere, da una crisi, un’opportunità di riscatto.
Questa storia sta tutta racchiusa in una bottiglia di vino. Non un vino qualunque ma un prodotto unico nel suo genere: un Sorbara rifermentato in bottiglia, tiratura limitata. Tutto inizia nel 2020 quando la pandemia mette in ginocchio l’azienda vinicola Paltrinieri, gestita da Barbara, insieme al marito Alberto. La crisi è profonda, la voglia di mollare è tanta. Ma come qualche volta accade si presenta l’inaspettato. “Ci viene a trovare il nostro enologo Attilio Pagli – racconta Barbara- e ci butta in faccia una provocazione. Piangersi addosso non serve a nulla- ci dice- perché non facciamo qualcosa per chi sta peggio di noi? All’inizio non capivo, mi chiedevo se fosse possibile che qualcuno stesse peggio di noi. Quando uno ha un problema pensa solo a sé stesso. Ma Attilio rincara la dose. “Avete da mangiare? Ci chiede. “Facile fare beneficienza se uno ha tanto”. La proposta di Attilio- continua a raccontare Barbara- è semplice: partire da quello che c’è. Noi ci siamo, il vino anche. E così decidiamo di inventarci un progetto, qualcosa di bello per restituire una parte di ciò che ci è stato dato, di tutto il bene che in questi anni abbiamo ricevuto”.
Ma le provocazioni non finiscono qui, ricorda Barbara: “la figlia di nostri amici, Marta, è venuta a sapere che eravamo in difficoltà. Ci dice che vuole aiutarci che ha da parte 180 euro. Sono confusa, volevo dirle, guarda che non mi servono a nulla, me ne servono 30mila. E invece le dico solo grazie pensando di farle un bonifico più avanti. Non accetta dice che è un regalo perché le è stato insegnato che se dai poi riceverai cento volte tanto.
Finite le provocazioni parte il progetto. “Anastasi”, 700 pezzi di un vino unico nel suo genere, una cuvèe di Sorbara in purezza 50% vendemmia 2017 e 50% vendemmia 2019. “Subito-racconta Barbara- decidiamo che il ricavato della vendita di “Anastasi” sarebbe andato tutto a Banco Alimentare, una realtà che conoscevamo da tempo e a cui ci legavano rapporti di amicizia e conoscenza. Da subito l’iniziativa contagia tutti, collaboratori, fornitori e clienti. Anche l’amico artista Fabrizio Loschi che ha disegnato l’etichetta mi ha colpito. La prima volta che gli ho raccontato il progetto mi ha detto: ho capito che il caso non esiste. Quella notte aveva fatto un disegno, si chiamava Anastasi. E poi un passo dopo l’altro si incontrano tanti sì, tanti aiuti, da chi ci fornisce le scatole di cartone, a chi ci ha aiutato a pubblicizzare”.
Ogni bottiglia di Anastasi costa 50 euro che sarebbero andati tutti a Banco Alimentare. Non è certo la bottiglia di Lambrusco alla portata di tutti. Un prezzo speciale per una bottiglia speciale. “Quando raccontavamo la storia, all’inizio le persone rimanevano sorprese ed emozionate. Ma poi le ordinazioni volavano, chi ne comprava una, chi 10, che 100. Assistere a tutto questo era semplicemente commovente”. Costando così tanto l’unico modo era vendere le bottiglie singolarmente, ogni volta dovevi raccontare la storia e così sempre più persone si trovavano coinvolte. “Piano piano- dice Barbara- abbiamo iniziato a pubblicizzare e ci siamo resi conto che avevamo chiuso con un 27% in più rispetto all’anno precedente, una cosa assurda per un settore che in quel momento era in ginocchio. È stato così, da una situazione drammatica è nata un’opportunità. Fare del bene ci ha rimesso in gioco”.
Una storia che andava raccontata, una storia di tavola e di vino, di Emilia di cose belle che accadono all’improvviso, che scaldano il cuore e ridanno speranza.