Ti racconto della caritativa di venerdì al Banco Alimentare del Veneto
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Venerdì alle 9 mi sono presentato, ho firmato le carte di volontario e, come ti dicevo, mi hanno messo a recuperare lo scarto dei supermercati, scatoloni pieni non di roba già pronta come quella della Colletta, ma tutto ciò che un supermercato butterebbe via: cibo quasi scaduto, confezioni strappate, scatolame ammaccato, bottiglie "non vendibili singolarmente" ma rimaste single, eccetera. Insomma, tu apri uno scatolone, dentro c'è di tutto e tu devi prendere i prodotti a uno a uno, togliere il sacchetto (da recuperare), esaminare l'integrità e la scadenza, controllare se il coperchio fa clic (se lo fa, vuol dire che è entrata aria e il barattolo va buttato), se la scatola è rotta la aggiusti con lo scotch e la metti in altre scatole da riporre con le altre secondo un certo ordine. Tutto così. È proprio il recupero dello scarto, tutte cose che migliaia di supermercati buttano. Invece lì si butta soltanto il prodotto scaduto o con scadenza indefinibile.
Una signora sulla settantina, non di CL, la Mariella, mi ha spiegato passo passo ogni cosa e mi ha aiutato: in sostanza la regola è "trattare ogni prodotto con dignità". Con me c'era anche Giangiu e seguivo lui. Quello che non sapevo, chiedevo. A un certo punto la signora mi fa: "mi piace che domandi, perché tanti credono di sapere tutto". Lei ha una passione per i bambini e ogni omogeneizzato che trovava diceva: "questo l'è par i me butìni" che ovviamente non avrebbe mai visto.
Così ho cominciato a pensare alle persone che avrebbero ricevuto quei prodotti, e che dovevo trattare quelle confezioni come io avrei voluto riceverle. E pensavo che Dio fa così con ognuno di noi, ci prende uno per uno, con tutte le nostre ammaccature e le date di scadenza, ci prende nelle sue mani e ci recupera, ci ridà la vita, e noi abbiamo di nuovo un destino buono. Se ci ripenso mi commuovo, e sono grato del lungo percorso fatto e di quello che mi è successo, e desidero che ogni volta possa riaccadere.
Stefano