Rissa alla mensa dei poveri, la guerra dei disperati per una zuppa
Fonte:: www.corriere.it ed. Roma
Lite per il diritto di precedenza alla tavola della Caritas di Ostia: coltellate tra un disoccupato e un immigrato
ROMA - Mezzogiorno circa, una fila davanti all’ingresso alla mensa dei poveri, sul lungomare Toscanelli di Ostia. In attesa che i volontari della Caritas aprano il pesante lucchetto che sigilla in cancello, come sempre la calca s’ ingrossa. Tutti in coda, un centinaio di persone tra africani, asiatici e italiani. A un certo punto esplode la rissa. Inutile chiedersi il perché.
UBRIACHI A PRANZO - I motivi sono più o meno sempre gli stessi. «C’ero prima io», «no ero davanti io». Una tensione moltiplicata dal fatto che in molti arrivano alla spicciolata dopo aver bevuto già molto, anche se alla Caritas sono tassativi nel chiedere il rispetto di una semplice regola di convivenza civile: «Chi si presenta ubriaco qui non mangia».
URLA E COLTELLO - La discussione tra due uomini, P.G., un cinquantacinquenne originario di Caserta ma residente a Ostia da diversi anni, disoccupato e con diversi precedenti, e D.E.M., marocchino senza dimora e pregiudicato, si è subito animata. L’italiano e il nordafriacano hanno preso a insultarsi e in pochi istanti dalle parole sono passati ai fatti: il primo ha estratto un coltello e si è scagliato contro l’altro, ferendolo di striscio al polso. Nel frattempo qualcuno aveva già chiamato il 112 chiedendo l’intervento dei carabinieri. Dopo pochi minuti è arrivata una «gazzella» della compagnia di Ostia diretta da Sebastiano Arena.
NORDAFRICANO CLANDESTINO - Provvidenziale è stato l’intervento dei due carabinieri che hanno disarmato l’aggressore arrestandolo con l’accusa di lesioni aggravate. Il marocchino è stato accompagnato in ospedale, dopo le cure del caso è stato dimesso e se la caverà con sette giorni di riposo e cure mediche. Ma il fermo è scattato anche per lui: durante i controlli è emerso che era clandestino. Sul suo conto pendeva un ordine di espulsione ed è stato arrestato per violazione della legge sull’immigrazione.