ISTAT / La povertà in Italia nel 2009
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L’Istituto nazionale di statistica comunica i dati relativi alla povertà relativa e assoluta delle famiglie residenti in Italia, sulla base delle informazioni desumibili dall'indagine sui consumi, condotta nel corso del 2009 su un campione di circa 23 mila famiglie. Le stime presentate sono di tipo campionario e quindi sono soggette a un errore (si veda la voce errore campionario nel glossario a pagina 12), che può rendere alcune differenze tra i valori osservati nei confronti spazio-temporali non statisticamente significative. Per questo di seguito verranno commentate solo le variazioni statisticamente significative; se non commentate le altre variazioni non vanno considerate come significative.
Nel 2009 l’incidenza della povertà relativa è pari al 10,8%, mentre quella della povertà assoluta risulta del 4,7%. Tenuto conto dell’errore campionario, la povertà risulta stabile rispetto al 2008. Nel 2009, il Mezzogiorno conferma gli elevati livelli di incidenza della povertà raggiunti nel 2008 (22,7% per la relativa, 7,7% per l’assoluta) e mostra un aumento del valore dell’intensità della povertà assoluta (dal 17,3% al 18,8%), dovuto al fatto che il numero di famiglie assolutamente povere è rimasto pressoché identico, ma le loro condizioni medie sono peggiorato.
L’incidenza di povertà assoluta aumenta, tra il 2008 e il 2009, per le famiglie con persona di riferimento operaia, (dal 5,9% al 6,9%), mentre l’incidenza di povertà relativa, per tali famiglie, aumenta solo nel Centro (dal 7,9% a1l’11,3%).
L’incidenza diminuisce, invece, a livello nazionale, tra le famiglie con a capo un lavoratore in proprio (dall’ 11,2% all’8,7% per la povertà relativa, dal 4,5% al 3,0% per l’assoluta), più concentrate al Nord rispetto al 2008. (...)
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